Con l’afa che ci attanaglia, il nostro pensiero corre alle ormai imminenti vacanze.
Per la maggior parte di noi la parola vacanza è sinonimo di “dolce far niente”, niente orari, niente scadenze da rispettare, il relax è la parola d’ordine per rientrare al lavoro rigenerati e pieni di energie.
Siamo sicuri però che sia la strada giusta?
Da qualche anno, però, pare che le “working holidays” stiano prendendo piede, non solo tra i ragazzi ma anche tra i professionisti.
Un viaggio programmato per esigenze strettamente lavorative diventa più produttivo se abbinato a qualche giorno extra da dedicare al piacere.
Così negli ultimi anni, sono in aumento le cosidette «Bizcation» (business+vacation) e «Bleisure» (business+leisure) diventate le nuove tendenze per i manager di aziende in trasferta per lavoro.
Di pari passo si stanno sviluppando realtà fondate sul network come Workaway che permettono a chi cerca nel viaggio un’esperienza per connettersi più profondamente con la destinazione e per instaurare una relazione più autentica con i locali, trova la soluzione perfetta nella formula vacanza lavoro.
Il blog di Workaway raccoglie molteplici testimonianze che vanno dalla coppia che gira l’Europa fornendo servizi di manutenzione e bricolage, al ragazzo sudafricano che ha coronato il suo sogno di andare in Groenlandia, occupandosi della casa e dei cani dei suoi ospiti.
E voi, che ne pensate di queste vacanze ibride?
Vi piacciono o continuate ad immaginarvi distesi sulla spiaggia a prendere il sole con un cocktail tra le mani ;-)?
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