Q&A

Torna la nostra rubrica Q&A con un tema che spesso mette in crisi i candidati, soprattutto i più senior.

È opportuno indicare nel CV tutte le esperienze svolte nel corso della propria vita lavorativa oppure solo quelle più in linea col proprio obiettivo?

In linea generale, consigliamo di usare sempre il buon senso!

Se, ad esempio, prima di una lunga esperienza nel medesimo ruolo ci si è occupati di tante altre attività poco attinenti, è bene citarne solo qualcuna oppure raggrupparle in un unico punto collocandole temporalmente tempo addietro.

Se invece sono fresco di Laurea e durante gli studi ho fatto la baby sitter, la cameriera, dato ripetizioni e lavorato in una gelateria….indichiamo queste attività con una frase che le comprenda tutte “Durante gli studi universitari, mi sono occupata di diverse attività….” : indica che si è volenterosi, che ci si sa organizzare e che si rispettano le scadenze.

Cosa sono e come si combattono i cosiddetti “buchi nel CV”?

Non tutti hanno la possibilità o la volontà di lavorare per decenni nella stessa azienda.

Purtroppo, però, capita spesso che un background professionale frammentato ed eterogeneo desti incertezze sulla propria attendibilità professionale.

È quindi opportuno essere in grado di giustificare e motivare i periodi di inattività che intercorrono tra un’occupazione e l’altra, durante la ricerca del lavoro: citare corsi di formazione ed approfondimento, partecipazione ad eventi/webinar, incontri di network… insomma raccontare tutto quello che mostri la propria intraprendenza e motivazione verso il nuovo lavoro.

E a te, in un colloquio di selezione, è capitato di dover rispondere a questa domanda?

Durante i colloqui di selezione, un’altra domanda la cui risposta richiede un po’ di attenzione è quella che riguarda l’uscita dall’azienda o la chiusura di un rapporto di lavoro.

Il consiglio è quello di essere il più obiettivi possibile senza lasciarsi prendere dalle emozioni (rabbia, scoramento ecc) né puntare il dito contro azienda e/o management.

Affermare di essere stati coinvolti da una riorganizzazione aziendale oppure che la propria funzione è stata esternalizzata… sposta la “responsabilità” da noi all’organizzazione/azienda senza fare commenti né dare giudizi facendoci apparire equilibrati, lucidi e preparati.

Hai mai avuto la tentazione di “parlare male” dell’azienda durante un colloquio di selezione?

Capita, purtroppo molto frequentemente, di non ricevere riscontro a seguito di colloqui o processi di selezione a cui si sta partecipando.

Cosa fare in questi casi?

In generale, è opportuno e non sconveniente, farsi vivi a mezzo mail (o telefono, se il canale comunicativo usato è sempre stata la telefonata) per chiedere informazioni sullo stato di avanzamento della selezione e un riscontro sulla propria candidatura.

Qualora questa azione non dovesse avere un seguito…avremo la nostra risposta sulla candidatura (ma anche forse sull’azienda stessa!).

Uno degli argomenti che mette parecchio in difficoltà il candidato mentre si prepara ai colloqui di selezione è quello relativo alla retribuzione.

La sincerità premia? Oppure è meglio giocare al rialzo sulla RAL di partenza per avere più margine di trattativa in caso di proposta?

In generale, è consigliabile essere trasparenti (e soprattutto preparati!) su CCNL, livello ed inquadramento ed indicare la RAL effettiva.

Riguardo l’aspettativa economica, invece, ipotizzare un range di flessibilità oppure una percentuale che indichi la tolleranza rispetto alla cifra di partenza.

E’ comunque sempre importante valutare l’eventuale proposta contrattuale nel suo complesso: progetto, ruolo, tipologia d’azienda, possibilità di crescita ecc.