Ospite del nostro BLOG: Chiara Sinchetto

A lei la parola!

Buongiorno a tutti i lettori del blog di Fairplace!

Mi presento: mi chiamo Chiara Sinchetto, ho 31 anni (appena compiuti!) e vivo a Villar Dora, un ridente paesino nel verde, vicino a Torino, con il mio fidanzato (quasi marito!) Ing.

Ho una gran passione per i libri e per la letteratura e per le storie, per la buona cucina e per i cani: il mio piccolo Rufus è spesso protagonista di miei post!

www.chiarasinchetto.com

Il mio lavoro è quello di Promotrice di consapevolezza finanziaria: aiuto le persone, in particolar modo le donne e giovani coppie, ad impostare un rapporto con il denaro più sereno e lo faccio anche con i mezzi, inusuali per la materia, di letteratura e filosofia.

Perché e come hai scelto di intraprendere la via della libera professione?

Ho una storia di studi e di lavoro che va spiegata perché possa essere capita fino in fondo: ho due lauree in Filosofia, una conseguita a Torino e l’altra durante due bellissimi anni di studio a Ginevra, in Svizzera.

All’interesse per i grandi “perché” delle cose ho sempre affiancato una mentalità pratica, un interesse per i temi economici e per il rapporto spesso conflittuale che abbiamo con il denaro e una vocazione all’aiuto degli altri. Spinta da queste motivazioni, appena finita la mia carriera accademica ho intrapreso un lavoro che mi permetteva di esercitare questa vocazione, quello di consulente finanziario per una grande banca. Ho lavorato lì per quattro anni, che sono stati formativi e sfidanti e che mi hanno di sicuro dato delle competenze pratiche che prima non possedevo. Tuttavia, nei miei anni di lavoro non ho mai smesso di esercitare le passioni che mi rendono quella che sono: la lettura, la scrittura e lo studio di discipline anche molto diverse tra loro. In queste incursioni mi sono imbattuta nella materia della Finanza comportamentale, che studia tutti i tranelli umani, troppo umani che ci impediscono un rapporto razionale con i nostri soldi.

In contemporanea, dall’ascolto dei miei clienti mi rendevo sempre più conto che mancava loro qualcuno che li guidasse nell’indagine del rapporto con i propri soldi da un punto di vista essenziale e più “umanistico”: il loro carattere, i loro punti di forza e di debolezza li portavano a prendere inconsapevolmente determinate decisioni, spesso con un impatto anche molto forte sul loro futuro. In contemporanea, avevo iniziato ad esercitare il mio amore per la scrittura e per l’insegnare in modo semplice concetti che le persone consideravano ostici tramite il mio blog, aperto nel 2017. Da lì hanno iniziato a scrivermi tante giovani donne sparse per l’Italia che mi chiedevano spiegazioni di concetti che non avevano mai sentito prima. Ho capito che c’era un gran bisogno di qualcuno che aiutasse in modo umano in questioni vitali: cosa fare dei propri soldi, come migliorare il proprio rapporto con il denaro… Mi sono poi resa conto di trovarmi molto bene nell’immaginarmi libera professionista.

Sono infatti un’introversa che ama però il rapporto con gli altri, mi organizzo bene e mi motivo anche meglio quando so di poter contare solo sulle mie forze (che poi non è così, ho ed è necessario avere una rete di sostegno molto solida).

Per questo, fidandomi della pancia e insieme con un solido piano e con un business plan strutturato, mi sono buttata, rassegnando le dimissioni e iniziando la mia professione a inizio 2018.

Oggi offro servizi di educazione finanziaria e finanza personale (come controllare entrate e uscite, come impostare un proprio budget) in chiave umanistica.

Dall’incontro con la tostissima casa editrice Zandegù di Torino è anche nato il mio primo libro: il manuale “I soldi non crescono sugli alberi. Manuale di educazione finanziaria per toglierti la paura di investire” http://zandegu.it/prodotto/i-soldi-non-crescono-sugli-alberi/, dedicato a tutti coloro che sono alle prime armi e hanno paura di fare il primo passo.

 Sei soddisfatta del tuo stile lavorativo?

È passato poco tempo ma posso dire che sta andando bene, che i clienti mi stanno dando tantissime conferme e soddisfazioni, mi sento utile e sto riuscendo ad introdurre sempre più le mie passioni nel mio lavoro.

Mi piace il fatto di poter lavorare con percorsi uno a uno (o uno a due, nel caso delle coppie): amo il fatto di avere una struttura di lavoro che mi permette di non perdermi in processi complicati, leggera e flessibile.

Questo mi ha permesso anche di continuare a scrivere e di iniziare a farlo anche per nuove realtà, start-up innovative e con una bella vocazione all’ aiuto e alla semplificazione nelle questioni di soldi ed investimenti: scrivo per il blog di Oval Money.

Che difficoltà hai incontrato e come le hai risolte?

Le difficoltà le incontro ogni giorno: mi sono presto tolta dalla testa l’idea per cui “se fai un lavoro che ami non lavorerai un giorno solo nella tua vita”: ogni giorno è una corsa ad ostacoli, visto che il libero professionista, almeno all’inizio, deve occuparsi di ogni aspetto della propria attività, dalla promozione, alla contabilità, al trovare un personal branding efficace…tutto questo con costanza e dando sempre il meglio.

Mi sono trovata a lavorare tantissimo, arrivando alle 10- 12 ore al giorno nei periodi più tosti. La cosa che mi è più difficile, facendo un lavoro che amo, è riuscire a “staccare”, soprattutto mentalmente, nei momenti in cui non lavoro: i pensieri tornano sempre lì, ma alla lunga non è fattibile e bisogna trovare un equilibrio per non esaurirsi, perché se ci mancano le forze il lavoro si arena!

Bisogna capire che non è una corsa in cui vince chi va più veloce, ma una maratona in cui arriva al traguardo chi ha saputo dosare bene le energie, mentali e fisiche.

 Cosa serve alla cultura del lavoro italiana per non temere il rapporto con il denaro?

Credo che le serva una riflessione e una consapevolezza del valore delle persone e del fatto che le caratteristiche del singolo vadano capite, inquadrate e valorizzate. Questo aiuterebbe i professionisti a non temere, come vedo spesso accadere, di chiedere un compenso adeguato per il proprio lavoro, perché sarebbero abituati a pensare che il proprio lavoro è importante e che è realizzazione del loro valore.

 Cosa significa rischiare per te? E per le tue clienti?

Per me rischiare significa fare una scelta che ha bisogno della fiducia, del crederci io per prima; significa pensare che c’è qualcosa di più importante della paura, significa non farsi domare dalla paura ma investire in un’idea che ci fa credere di poter rendere il mondo un posto più bello, nel nostro piccolo e per quanto ci è dato fare.

Per le mie clienti, vedo che rischiare ha spesso a che fare con il superare un confine: quello di ciò che hanno fatto finora, dei comportamenti a volte negativi, ma a loro modo rassicuranti, tenuti con i propri soldi. Rischiare significa per loro affrontare la paura, il panico, a volte il terrore che si portano dietro i discorsi legati ai soldi.

Quale futuro vedi per la promozione della consapevolezza finanziaria?

Per fortuna, vedo che di questioni di soldi si inizia a parlare di più anche da noi in Italia.

È un gran bene, perché solo creando una cultura condivisa e abbattendo la vergogna che parlarne spesso porta con sé possiamo riuscire a cambiare le cose.

Sono ottimista e fiduciosa.

Quali progetti hai per il tuo lavoro?

Ho in progetto di utilizzare sempre di più la filosofia e la letteratura per parlare alle persone di questioni legate ai soldi: per questo ho in programma un lancio, quest’anno, di un progetto che mi riempie di gioia e che spiego meglio qui https://www.chiarasinchetto.com/di-libri-di-emozioni-e-di-lavoro-un-nuovo-servizio-vedra-la-luce/

 

Copyright foto Barbara Oggero –  Progetto “Donne di Torino”

 

 

 

 

 

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