“La perdita del lavoro è solo una parentesi della vita, l’importante è non abbattersi rimanendo in casa a piangersi addosso ma uscire e prendersi tutto quello che la vita ha da offrirti”.

Il post di oggi del Blog di Fairplace prende spunto da questa frase di Maurizia Cacciatori (https://twitter.com/maucaccia), ex pallavolista e capitana della nazionale italiana, intervistata lo scorso ottobre in occasione dell’uscita del libro “Senza Rete” da Piero Vigutto – scrittore, saggista, blogger nonché Consulente di direzione per la gestione delle Umane Risorse (come lo stesso si definisce su Linkedin https://www.linkedin.com/in/pierovigutto/) e fondatore della società HR&O Consulting (https://www.hroconsulting.it/ ).

Nel libro, Maurizia Cacciatori racconta la sua storia (sportiva e personale), le sue vittorie, i suoi successi, ma anche le sconfitte e le delusioni, a cui è seguita però una nuova forza, una nuova energia che l’ha sostenuta fino a quando si è conclusa la sua fulgida carriera sportiva e lei, abbandonata l’attività agonistica, a 34 anni ha dovuto imparare “l’arte di reinventarsi per ricominciare”, rimettendosi in gioco.

Dopo alcune esperienze come direttore sportivo e come commentatrice televisiva, Maurizia oggi si occupa di sviluppo di Team Building aziendali, con tematiche legate allo sport e alla leadership come fonte di miglioramento delle relazioni di gruppo e utile strumento per gestire meglio le risorse umane.

Gli aspetti della leadership che emergono nell’intervista sapientemente condotta da Piero Vigutto (esperto di Change Management), si coniugano alla perfezione con le caratteristiche dell’outplacement come strumento di gestione del cambiamento “perdita di lavoro e nuova ricollocazione”, oltre che con le qualità e competenze che deve avere un buon consulente HR.

Un consulente di outplacement efficace deve essere anche un buon team leader: empatico, deve sapere capire e ascoltare il proprio interlocutore (il suo “candidato”), deve motivarlo, spronarlo, allenarlo, deve trasmettere gli strumenti giusti per arrivare all’obiettivo, alla vittoria, ma al tempo stesso per superare le sconfitte e le delusioni che inevitabilmente si possono incontrare in un percorso di ricollocazione.

Solo così la perdita del lavoro non è più percepita come un insuccesso ma come una nuova opportunità, come una nuova strada da percorrere che può portare anche a qualcosa di meglio di quello che si è perso: l’importante è non abbattersi, occorre essere resilienti, avere un piano B a disposizione e accettare le sfide che la vita ci propone, anche quando la scelta da compiere non è facile!

https://www.hroconsulting.it/change-management/leadership/senza-rete-intervista-a-maurizia-cacciatori/

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