Alzi la mano chi non ha mai sentito questa frase.
Magari pensata, spesso buttata lì come frase fatta quando non si sa cosa dire, durante un aperitivo con amici e colleghi in cui ci si trova a lamentarsi di alcuni aspetti del lavoro dipendente.
Benissimo dunque, gambe in spalla! Destinazione: l’incontaminato mondo del lavoro autonomo.
È così semplice? Tutti possono farlo?
Assolutamente no!
Non tutti siamo in grado di nuotare nel mare magnum dell’imprenditoria o del lavoro autonomo.
La figura dell’imprenditore in Italia sta subendo una forte crisi di identità da qualche anno a questa parte, spesso dovuta alla mancanza di coraggio.
Il coraggio, inteso non solo come la volontà di rischiare e di dedicarsi interamente a ciò che ci appassiona, ma anche come la capacità di immaginare quotidianamente qualcosa di nuovo che possa arricchire e rendere speciale un’attività e le diverse professionalità che la distinguono, sembra mancare alla nuova classe imprenditoriale.
Una caratteristica imprescindibile di chi invece ha fatto impresa prima di noi.
Come mai è venuta meno alle nuove generazioni?
Ne parla lo psichiatra Paolo Crepet durante il MentelucidaTour, affiancato da imprenditori che portano la propria storia a testimonianza della necessità di ritrovare il coraggio perduto. https://www.vanityfair.it/mybusiness/news-mybusiness/2018/03/13/paolo-crepet-lavoro-coraggio-openjobmetis-mentelucidatour
Quindi che dire: forza e ….coraggio 🙂 cari imprenditori e aspiranti tali.
E ricordatevi che Se manca il coraggio manca il futuro, e non possiamo permettercelo né in ambito lavorativo né altrove.
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