Ben ritrovati viaggiatori!

Con il nostro treno della ricerca siamo finalmente arrivati ad una importantissima stazione: siamo giunti alla tappa intermedia che, se affrontata nel modo giusto e con efficacia, ci condurrà direttamente alla meta finale, la “destinazione lavoro”.

Ma qual è questa tappa intermedia, chiederete voi?

E’ il colloquio di selezione!

E’ la meta che tanto abbiamo sperato di raggiungere – durante il nostro viaggio della ricerca – ogni volta che abbiamo risposto ad un’inserzione di lavoro o che abbiamo presentato il nostro curriculum vitae ad un’azienda in cui ci piacerebbe lavorare.

E’, non solo, il momento di incontro tra domanda ed offerta di lavoro, cioè tra il candidato alla posizione/ruolo ed il potenziale datore di lavoro o il selezionatore, ma è anche un confronto strutturato tra professionisti diversi attraverso il quale scambiarsi utili informazioni.

Quando si arriva alla tanto agognata e desiderata tappa “colloquio di selezione”, è legittimo avere dei dubbi e porsi delle domande su come fare per affrontare al meglio ed in modo efficace questo incontro.

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Per questo motivo noi di Fairplace vogliamo lasciare oggi alcuni consigli semplici ma chiari, che speriamo possano dare risposta alle domande dei viaggiatori della ricerca.

 Mi devo preparare per un colloquio di selezione?

Certo che si! Mai lasciare l’esito dell’incontro all’improvvisazione!

Quando si conosce il nome dell’azienda in cui si andrà a sostenere il colloquio, la prima cosa da fare è cercare informazioni sulla stessa: settore merceologico, fatturato, dimensioni, tipologia di business, mercati di riferimento, nuovi progetti… e quale migliore strumento di Internet abbiamo?

Sito web aziendale, Linkedin, pubblicazioni di settore sono tra le fonti principali da cui trarre informazioni utili per non arrivare al colloquio impreparati.

Senza dimenticare di rileggere con attenzione il testo dell’annuncio o la job description del ruolo per cui ci si è candidati, in modo da evidenziare – nel corso dell’incontro – il possesso di proprio quei requisiti professionali richiesti dall’azienda.

Come mi vesto?

Non è una banalità affermare che “l’abito fa il monaco”….

Soprattutto in un colloquio di lavoro, l’abbigliamento è importante e può condizionare la prima impressione (che, non dimentichiamo, è spesso quella che conta!) del selezionatore.

Scegliamo quindi un abbigliamento curato e ordinato, possibilmente in linea con le caratteristiche del ruolo per cui ci presentiamo e dell’azienda che lo propone, senza strafare ma in modo da essere comunque e sempre a proprio agio!

Se arrivo in anticipo faccio una figura migliore degli altri candidati?

Dipende da quanto tempo si intende arrivare “in anticipo”!

Il quarto d’ora accademico potrebbe essere già fin troppo, si corre il rischio di creare disagio o fastidio al selezionatore, magari essere impegnato in un altro colloquio o in un’altra attività lavorativa.

Fermo restando che ai colloqui di selezione si deve arrivare in orario e che, se per qualche imprevisto si ritarda, occorre sempre avvertire, possiamo dire che un margine di 5/10 minuti di anticipo è più che sufficiente per entrare nel clima aziendale e non dare l’impressione di essere una persona ansiosa!

Come mi devo comportare? Quale atteggiamento devo tenere?

Un atteggiamento professionale ed un approccio cordiale, positivo e sereno sono fondamentali per instaurare fin dall’inizio la giusta empatia con il selezionatore.

Ricordiamo che i primi tre minuti dell’incontro sono determinanti per l’andamento del colloquio, sia positivamente che negativamente, per cui attenzione non solo alle risposte che si daranno, ma anche al modo in cui ci si risponde, ai gesti, alla postura ed al linguaggio del corpo in generale.

Come devo rispondere alle domande del selezionatore?

Risposte brevi, ma sincere, precise e complete rispetto alle proprie competenze, al livello di responsabilità ed autonomia posseduto, ai progetti realizzati, ai risultati raggiunti, al proprio obiettivo professionale ed alle proprie motivazioni, avvalorando il tutto con esempi concreti e dati numerici.

Soprattutto quando esponiamo le nostre “soft skill”, è importante fare riferimento a casi pratici in cui le nostre competenze trasversali sono emerse e ci hanno permesso di raggiungere gli obiettivi che ci siamo preposti.

Cerchiamo invece di evitare argomenti troppo personali che esulano dai contenuti del colloquio di lavoro, anche se a fronte di domande precise non si può esimersi dal rispondere. In questo caso rispondiamo, senza entrare troppo nella sfera personale.

In ogni caso ascoltiamo sempre con attenzione le domande del selezionatore, lasciamolo finire di parlare e, in caso di dubbio, chiediamo tranquillamente chiarimenti per evitare fraintendimenti e rispondere quindi in modo sbagliato!

Posso fare domande?

Certo che puoi viaggiatore, anzi devi!

Fare domande precise ed intelligenti sull’azienda, come chiedere chiarimenti ed approfondimenti sul ruolo proposto, è infatti sinonimo di vero interesse nei confronti della posizione per cui ci si è candidati e si sta sostenendo il colloquio.

Anche per questo motivo è importante prepararsi prima dell’incontro, raccogliendo tutte le possibili informazioni sul potenziale datore di lavoro che si sta per incontrare.

Ricordati però di non porre mai, nel primo incontro, domande sul livello di stipendio, a meno che l’argomento non venga trattato direttamente dal selezionatore.

prescelto

 

E tu, viaggiatore, ora sei pronto per affrontare serenamente questo importante incontro?

 

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